lunedì 18 giugno 2012


ACCUSE DI MORTE AD UN GIORNALISTA DELLA 'NOVAYA GAZETA' 

La democrazia russa sembra spostarsi di un passo in avanti e uno indietro. I nuovi movimenti sociali che domandano una maggior trasparenza dell’operato del sistema governativo si scontra con situazioni che sembrano riprendere vita dai terremotati anni novanta quando i confronti stile far west erano fatti giornalieri e le dispute si risolvevano a colpi di pistola.
Certi membri del parlamento non sono di fatto cambiati. Il loro modo di pensare sembra rimasto incagliato nel fango del passato. Il miglior modo di risolvere una questione passa attraverso una sparatoria. Perché perdere tempo in lungaggini democratiche fatte d’inutili parole? La pistola è molto più efficace. Basta ricordare che decine di giornalisti sono stati uccisi negli ultimi vent’anni in circostanze più che dubbie. I processi si sono arenati e la gente tenuta allo scuro.
L’ultimo di questi fatti ha avuto luogo qualche giorno fa, quando il direttore del giornale “Novaya gazeta” ha accusato il capo del Comitato Investigativo Alexander Bastrykin di aver guidato Sergey Sokolov, vice redattore del suo giornale, in una foresta fuori Mosca e averlo minacciato di morte. “La brutale realtà è che non solo ha minacciato di morte il mio collega ma l’ha anche schernito ricordandogli che sarebbe poi stato lui, l’investigatore a investigare sul suo decesso” ha aggiunto il direttore del giornale.
Il motivo della minaccia risale a un articolo pubblicato da Sokolov in cui il giornalista critica il modo in cui Bastrykin aveva trattato il caso contro Sergey Tsepovyaz il quale, sebbene accusato di aver coperto il massacro di dodici persone nella regione di Krasnoyarsk, è stato liberato dietro il pagamento di una multa di 4.500 dollari. Bastrykin non ha apprezzato le critiche del giornalista e per questo ha deciso di metterlo in guardia.
La minaccia rappresenta una violazione immane dei diritti umani e della libertà di stampa in Russia. Inoltre, acquisisce ancora maggiore cupezza se si pensa ai numerosi omicidi di giornalisti avvenuti negli ultimi anni, tra cui quello di Anna Politkovskaya, anche lei giornalista della “Novaya Gazeta”.
Bastrykin, dopo qualche giorno di silenzio, ha negato le accuse: “Non riesco neanche a ricordare l’ultima volta in cu sono stato in una foresta. Il lavoro intenso non mi lascia tempo libero per viaggi in campagna. Queste accuse sono solo insensate dichiarazioni di una mente creativa”.  
Il potere e l’influenza del Comitato Investigativo e di Bastrykin sono senza limiti. La sua impunità è assicurata, la possibilità del cittadino di mettere in discussione le sue decisioni è inesistente. L’organismo riferisce direttamente a Vladimir Putin, tra l’altro ex-compagno universitario di Bastrykin. 

MB

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