ACCUSE DI MORTE AD UN GIORNALISTA DELLA 'NOVAYA GAZETA'
La democrazia
russa sembra spostarsi di un passo in avanti e uno indietro. I nuovi movimenti
sociali che domandano una maggior trasparenza dell’operato del sistema
governativo si scontra con situazioni che sembrano riprendere vita dai
terremotati anni novanta quando i confronti stile far west erano fatti giornalieri
e le dispute si risolvevano a colpi di pistola.
Certi membri
del parlamento non sono di fatto cambiati. Il loro modo di pensare sembra
rimasto incagliato nel fango del passato. Il miglior modo di risolvere una
questione passa attraverso una sparatoria. Perché perdere tempo in lungaggini
democratiche fatte d’inutili parole? La pistola è molto più efficace. Basta ricordare
che decine di giornalisti sono stati uccisi negli ultimi vent’anni in
circostanze più che dubbie. I processi si sono arenati e la gente tenuta allo
scuro.
L’ultimo di
questi fatti ha avuto luogo qualche giorno fa, quando il direttore del giornale
“Novaya gazeta” ha accusato il capo del Comitato Investigativo Alexander
Bastrykin di aver guidato Sergey Sokolov, vice redattore del suo giornale, in
una foresta fuori Mosca e averlo minacciato di morte. “La brutale realtà è che
non solo ha minacciato di morte il mio collega ma l’ha anche schernito ricordandogli
che sarebbe poi stato lui, l’investigatore a investigare sul suo decesso” ha
aggiunto il direttore del giornale.
Il motivo
della minaccia risale a un articolo pubblicato da Sokolov in cui il giornalista
critica il modo in cui Bastrykin aveva trattato il caso contro Sergey Tsepovyaz
il quale, sebbene accusato di aver coperto il massacro di dodici persone nella
regione di Krasnoyarsk, è stato liberato dietro il pagamento di una multa di
4.500 dollari. Bastrykin non ha apprezzato le critiche del giornalista e per
questo ha deciso di metterlo in guardia.
La minaccia
rappresenta una violazione immane dei diritti umani e della libertà di stampa
in Russia. Inoltre, acquisisce ancora maggiore cupezza se si pensa ai numerosi
omicidi di giornalisti avvenuti negli ultimi anni, tra cui quello di Anna
Politkovskaya, anche lei giornalista della “Novaya Gazeta”.
Bastrykin,
dopo qualche giorno di silenzio, ha negato le accuse: “Non riesco neanche a
ricordare l’ultima volta in cu sono stato in una foresta. Il lavoro intenso non
mi lascia tempo libero per viaggi in campagna. Queste accuse sono solo
insensate dichiarazioni di una mente creativa”.
Il potere e
l’influenza del Comitato Investigativo e di Bastrykin sono senza limiti. La sua
impunità è assicurata, la possibilità del cittadino di mettere in discussione
le sue decisioni è inesistente. L’organismo riferisce direttamente a Vladimir
Putin, tra l’altro ex-compagno universitario di Bastrykin.
MB
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